Sogno di un RIPOSO DORATO
Dopo la kebda, dopo le chiacchiere, dopo averle affascinate con il suo sguardo caldo e attento, Mr. Mohab con fare spigliato si alza da tavola e dice alle ragazze come se si trattasse di una cospirazione: “Andiamoci a lavare le mani.” Sono in un ristorante con i tavoli all’aperto, sotto dei portici antichi che a Sally ricordano in modo vago Bologna, solo che è tutto più sporco e cadente. L’ atmosfera è amichevole, gioviale, serena. Mr. Mohab ha abbracciato e baciato un paio di energumeni locali, distribuito le mance o bascish in un modo che solo lui sa fare, ha divorato ad una velocità sorprendente kebda, hawawshi, kofta, aish baladi e betenghen. Sally è attratta e confusa dai modi di fare di Mr. Mohab, riconosce in lui un seduttore ma non riesce a capire quali fini abbia. Come al solito decide di abbandonarsi, lasciarsi andare e riposare un pochino.
Il bagno dove le porta a lavare le mani non è un vero e proprio bagno ma si tratta di grandi lavandini rotondi all’aperto. Adesso è sera e ci si lava le mani e gli avambracci facendo delle abluzioni per lunghi minuti, qualcuno a volte prende l’acqua con le mani e si lava anche la testa; Sally ricorda una persona che si lava i piedi in un lavandino pubblico. Le gira la testa come se avesse bevuto: la folla rumorosa, Mr. Mohab, Giulia, i cani e i gatti randagi, la massa di relitti umani, i cumuli di immondizia. Tutto è avvolto inuna sorta di normalità, una normalità che a volte diventa lusso quasi sfrenato, ostentato.
Lei ora ha un grande bisogno di riposare, di chiudere gli occhi e di dormire; le serve un riposo dorato, fatato. Vuole chiudere gli occhi, lasciarsi andare alle mille immagini di questa città che l’ha folgorata, ammaliata, conquistata. Sa che c’è un mistero da svelare, sa che c’è un trucco sotto, così come è consapevole che tutti la vogliono fregare: Mr. Mohab, Giulia, Giorgia… soprattutto Giorgia che la usa e la sfrutta mentre lei è sdraiata su un lettino del Four Season, o a giocare a tennis allo Sporting, o in una Spa di Marsa Matruh. Accidenti quanto è stronza, non si merita tutta questa vita, tutta questa bellezza, tutto questo lusso.
Adesso è sera, Sally cerca di chiudere gli occhi e non ci riesce. Giorgia l’ha fregata di nuovo.
Il testo è attraente, affascinante come Mr Mohab. Ma anche ingannevole come si sente ingannata Sally: il lettore si aspetta qualcosa che non arriva. Il desiderio di riposo, il vittimismo di Sally sembrano scuse per non arrivare al sodo. Lo sdoppiamento tra Giorgia e Sally è un comodo rifugio per non prendere una vera posizione, o comunque un modo per mostrare che la realtà non è mai una sola.
La storia di Sally si sta avvitando su se stessa, ed è comprensibile per un alter ego inventato per guardarsi dal di fuori, per vivere diversamente la stessa vita.
Sono delle ottime esplorazioni, Giorgia, che possiamo non considerare risultati raggiunti o definitivi, ma tappe di percorso di crescita nella scrittura e nell’ osservazione del mondo. Che ne dici?
Io sono molto soddisfatta.