IN BILICO
Dentro quel cortile sporco e puzzolente sta succedendo qualcosa, lo spazio ed il tempo non girano più nel modo giusto, però Sally è stranamente felice. Quel Mr. Mohab la fissa con un’intensità nuova, un leggero sorriso sulle labbra. La approva? La stima? Vorrebbe conquistarla? E se fosse così, perché lo farebbe? Ci deve essere qualcosa sotto, qui niente accade in modo disinteressato, qui tutti vogliono fregare tutti, la gentilezza e l’ammirazione sono solo apparenza, finte maschere indossate per ottenere un tornaconto personale. E poi Giovanni, quell’italiano amico di Giorgia, le ha detto che la gente qui è senza il minimo senso dell’umorismo e soprattutto non è autoironica; fingono di volerti aiutare ma ti prendono in giro, sempre e comunque. Strano modo per Sally di considerare il genere umano. Il tornaconto personale non è forse il primo motore del mondo?
Troppe domande le affollano la giovane e fresca mente. E’ innegabile che quando si trova con quell’uomo è come se si trovasse su una soglia, in bilico. Può scegliere di cadere, lasciandosi andare, oppure può girare le spalle ed andarsene, continuare a camminare veloce e non guardare quello che le succede intorno, contando i giorni che le mancano alla fine della scuola, contando quanto tempo ci vuole all’inizio delle vacanze, calcolando fino a quando Giorgia la costringerà a starle legata addosso. E pensare che Sally all’inizio voleva solo tornare a casa.
Così cambia espressione, lo sguardo le diventa più intenso, profondo. L’atmosfera polverosa intorno è sospesa, i gatti macilenti, i bambolotti tutti impilati nelle vetrine, il nano sporco e volgare, la guardano con indifferenza e forse con disprezzo. Ad una delle pareti del cortiletto interno, dietro al divano sfondato, Sally intravvede appoggiata una vecchia protesi di gamba destra, con la scarpa nera colorata sul legno rosa carne, dei lacci che pendono. Chi mai la avrà indossata?
“ Ciao Mr. Mohab…dove ci porti stasera?”
Sally decide di attraversare la soglia, di lasciarsi andare e forse persino di essere felice, correndo il rischio di procedere sempre un po’ in bilico, come se camminasse su una trave sospesa molto in alto.
“ Prima di tutto andiamoci a mangiare un po’ di kebda da Sidi qui vicino. Sono molto affamato. Tu non hai fame Sally?” E la guarda curioso, come se dalla sua risposta dipendesse qualcosa di importante anzi fondamentale. “ Va bene, anche se fino a cinque minuti fa mi sembrava di non avere appetito. Ti presento la mia amica Giulia, viene dall’Italia o dall’Argentina, non ho capito bene. Tu sei un esperto nello svelare i misteri, chissà se riuscirai a scoprire il suo?”