Andy Warhol, Vesuvio, tele e serigrafie,1985
ESPLOSIONE
Rosso fuoco. Groviglio, fili intrecciati che sembrano un mazzo di fiori e anche scrittura araba. Mi fa venire caldo e voglia di tuffarmici dentro.
C’E’ ANCORA TANTO LAVORO DA FARE
C’è ancora tanto lavoro da fare ma ora Sally non ne ha proprio voglia. Ora ha solo voglia di bbandonarsi ai ricordi e di fissarli in questi appunti alessandrini anche se non c´entrano niente. Vuole raccontare di quella volta quando, di tanti anni fa, ha scalato lo Stromboli.
Vulcano su un’isola, anzi l’isola è il vulcano, vivo, attivo, infuocato e roboante. Iddu parla, dicono con rispetto i suoi abitanti. Giorni di estate, caldi e a tratti torridi, ma c’è il mare e il vento tutto intorno.
Sbarca sull’isola come tante altre volte, tutte diverse e sempre uguali. Prima bisogna andare al centro trekking nella stradina stretta che sale, prendere il caschetto e la torcia per la notte da metterci sopra, registrarsi e partire in una specie di cordata di una ventina di persone, tutte in fila indiana che insieme incominciano a salire. Fa ancora caldo: all ‘ inizio la strada si fa sentiero, la vegetazione è di canne alte al vento, come servi muti ed indolenti che ne hanno viste tante, che hanno smesso di giudicare e disprezzare chi si sente superiore a loro. Man mano che si sale la temperatura si abbassa leggermente.
Sally parla con un suo amico di decrescita felice, sono entrambi d’accordo ma alle proprie piccole comodità non vogliono rinunciare. E intanto si sale, la guida spiega ma Sally non ricorda quasi niente. Sente il profumo delle piante selvatiche, del caldo e della potenza della terra sotto i suoi piedi. Ogni tanto Iddu parla e una nuvola di fumo si alza in cielo.
Al tramonto è in cima. Mare, cielo, terra e fuoco. Il fuoco ribolle sotto di lei che si sporge a guardare dentro la bocca di uno dei crateri, formichina insignificante e curiosa. Il magma rosso incandescente che esplode verso l’alto in lapilli esaltanti, come se la natura volesse dare uno spettacolo pirotecnico con uno sforzo minimo, che la fa sentire minuscola ed insignificante.
Nel giorno del suo compleanno si è sentita esplodere in mille particelle incandescenti. Possibile che sia tutto qui?
Insieme agli altri mangia un panino e poi inizia la discesa come su una pista da sci, dove la neve è la sabbia nera e polverosa che le si infila negli scarponcini. Si deve indossare una mascherina per riuscire a respirare in mezzo a tutta quella polvere.Una mandria umana nella notte arriva alle poche case del porto. Una piccola motonave la riporta Sally a Vulcano mentre sdraiata sulla tolda guarda il cielo tutto puntinato di stelle.
Domani sarà pronta per ritornare al futuro.
Il racconto non fa una piega: ordinato, coerente, a suo modo solenne.
Per questa ragione suggerisco una scansione piú lenta e precisa delle frasi, della narrazione di una camminata che é fisica e spirituale allo stesso tempo. Bene anche la libertá di un certo tono colloquiale, senza indulgere alla spontaneitá eccessiva. Il tuo tono, il tono di Sally. Brava, Giorgia.