CARTASTRACCIA

La cartastraccia non vale niente, proprio come lei. La cartastraccia non serve a niente, proprio come lei. Maall’inizio, o per megliodire ad un certo punto, un pocoprima dellacosiddettamezzaetà, la sua vita le era apparsa come un meravigliosofoglio di carta da lettereprofumato: bianco, intonso, tutto da scrivere. Poitutto era precipitato, si era consumato, usurato. Quelmeravigliosofogliobiancoavevaincominciato ad ingrigire, ad usurarsi, a stropicciarsi. No, non sto parlando deglieffetti del tempo, dellaconsunzione e dell’invecchiamento. Sto parlando di un fogliobianco, tutto da scrivere con paroleinfuocate come ilvestito incandescente di cui parla AldaMerini, di parole che ti possono salvare dalla solitudine e dalla sofferenza, di parole che curano. Ecco, lei era così.

Ma cosa le saràsuccesso? Qualche evento traumatico, qualcosa di dolorosissimoedimprovviso, come ilcerino che in un attimopuòridurreilfoglio in cenere? No, niente di tuttociò. Quindi tanto per ricapitolare, di questoripiegamento su di sé non possiamoincolparel’invecchiamento e neanche i naturalidolori che attraversanol’esistenza. Semplicemente,avevaincominciato a lasciarsiandareall’indifferenza, all’inedia; le passioni, la curiosità, ogni forma di desiderio la hannoprogressivamente abbandonata. Ilfoglio di carta haincominciato ad accartocciarsi per mezzo di maniinvisibili, spietate e malvagie. Qualcuno lo ha appallottolato e lanciato, preso a calci. Ad un certo punto lesembra di ricordare che la suastessaesistenzasiastatainfilata dentro una di quellemacchine che riducono la carta in tantelistarellefinissime, inservibili.

Niente da fare: la sua vita era diventataper leiinservibile, ingodibile, ridottaproprio come quelleminuscolestriscette; era diventatacartastraccia. E ilfoglio del futuro era rimastobianco.