La difesa impossibile
Mura, steccati, lance, torri, vessilli, accampamenti, fossati. E l’uomo e l’animale tutti bardati che se ne vanno fieri e tronfi senza accorgersi della loro ombra, perché d’altronde è notte e il cielo incombe nero.
I ruvidi
Fine settembre. Ore 04:10 della notte. Tutto il paese sembra dormire un sonno silenzioso e tranquillo. E’ il momento di entrare in azione. Sono un uomo ruvido e disperato, so fare poche cose, passo le giornate ciondolando in giro senza combinare molto nel bar maleodorante tra una birra, un bianchino, una sigaretta. La mia casa puzza e non ci sto volentieri. Con i ruvidi miei simili non ho molti argomenti di cui parlare, aleggiano nell’aria dei nostri poveri discorsi un certo rancore e l’invidia nei confronti di chi se la passa bene, di chi non ha problemi finché la mamma, il papà o i nonni pagano i suoi vizi: la moto, la macchina, le serate.
Ma io non ci sto: nella casetta che ho preso di mira vive una tipa che è tornata da poco dalle vacanze. La sua auto è parcheggiata fuori mentre nei mesi estivi non c’era. Non è una con il grano, ma vive sola con un cane che non mi romperà i coglioni. Mi tolgo le scarpe e con un piccolo trapano foro la porta finestra della cucina e sollevo la maniglia interna. Questo lo so fare: il rumore è lieve e ricorda le cimici quando volano e vanno a sbattere contro le pareti. La stronzetta non avrà sentito niente. In un attimo sono dentro e vado veloce alla borsa che ha lasciato all’ingresso, l’arraffo così com’è. C’è anche un bell’orologio da polso col cinturino in pelle su un mobiletto ( lo vedi che anche questa qui sta bene?). Non saranno passati più di venti secondi. Arretro lentamente ma decido di dare un’ultima occhiata con la torcia. La tizia dorme di sopra con il cane. Il lavoretto mi è costato un po’ di strizza e ne tiro fuori almeno 100 o 200 Euro. Cazzo però non c’è proprio nient’altro da rubare! Quasi quasi vado di sopra…
“Fuori da casa mia!!!” Porca puttana, si è svegliata! In un attimo esco da dove sono entrato, scavalco il cancello e me ne vado veloce nel campo da cui sono arrivato. Prima che arrivino quei coglioni dei caramba io mi sarò già dileguato.
Un paio d’ore fa un altro ruvido dopo essersi ubriacato ha deciso di buttarsi sotto una macchina proprio a due passi da qui, sulla tangenziale.
Vivo e convincente , il tuo ruvido con la testa di un bambino! L´insicurezza é la sua condizione esistenziale, si direbbe, leggendo il tuo ritratto ed ascoltando il suo monologo interno.
Mi é piaciuta molto l´idea del plurael, di un soggetto anonimo che appartiene ad una numerosa tribú