Impressioni immediate a partire dall´osservazione del dipinto di Toulouse Lautrec
Varie gradazioni di rosso, vermiglio, porpora, sangue. Tutte donne, sembra una casa di appuntamenti, hanno tutte i capelli rossi.
E poi emerge la figura femminile con quel vestito che non c’entra niente, lilla, abbottonato fino al collo, ci sembra caduta dentro, insaccata, senza braccia, lo sguardo perso nel vuoto. Parola chiave: l’esclusa.
Piccola nota per i lettori: questa volta avendo lasciato passare troppo tempo dal nostro incontro e perché come al solito mi sembra di non avere idee valide, ho deciso di scrivere dei piccoli frammenti su ognuno degli spunti, così magari insieme mi potete dare dei consigli su cosa varrebbe la pena approfondire.
B. Oggettivitá
Una giornata in ozio.
Oziare per una giornata intera mi sembra impossibile ma riflettendo mi accorgo che spesso lo faccio. Cerco di riempire l’ozio con attività (so che può sembrare un paradosso), tutte attività oziose che mi danno piacere. Così leggere, ore intere stravaccata sul divano, ascoltare la mia musica preferita e scoprirne di nuova, fissare gli anelli del legno del soffitto mentre sono a letto e persino correre per chilometri con una maniacalità quasi folle, senza una meta, può essere considerata la migliore accezione dell’ozio.
Una persona oziosa.
E’ una bella signora in là con gli anni, il viso segnato da profonde rughe. Se ne sta tutto il giorno seduta su una sedia all’aperto d’estate ed in casa quando fa freddo. E’ comunque curata nell’aspetto, anche se non passa molto tempo allo specchio. Anche se non fa niente il suo sguardo fiammeggia.
Noia e solitudine.
Chi non sa oziare si annoia e si sente molto solo.
C. Emotivitá
a) Sprofondato (a) nell´ozio, cominciai a sentire vivamente…
tutte le parti del mio corpo, ogni angolino più nascosto, e poi mi sono venute in mente delle parole di Alda Merini,
E’ bello accettare anche il male, una delle prerogative del poeta, che è anche stata la mia è non discutere mai da che parte venisse il male, l’ho accettato ed è diventato un vestito incandescente, è diventato poesia.