Anche a Sucre si sta bene. Oggi mi sono riposata, ho passeggiato, conosciuto un po’ la città e visitato alcuni posti interessanti. È una bella città patrimonio dell’umanità, capitale insieme a La Paz della Bolivia. Ecco, la Bolivia…. ci sono tante cose che devo approfondire sulla storia di questo paese. Le scriverò prossimamente. Ora voglio raccontare del mio primo impatto, il 24 dicembre, che non è stato dei migliori. Il viaggio da San Pedro de Atacama in autobus mi ha portato prima in una città ancora in Cile, dove sono scesa all’ora di pranzo. Si chiama Calama: c’era un sacco di gente per le strade, tanti negozi bruttissimi e bancarelle di mercato. Un vero casino kitch: scarpe usate, vestiti con paiettes sporchi, alberelli di natale, luminarie cinesi, frutta, verdura, polli fritti…. Quando finalmente siamo ripartiti ho scoperto che avevamo cambiato autobus e che il mio bagaglio era rimasto sull’altro. Ma mi dicono: non preoccuparti! Adesso andiamo a prenderlo. Dopo un’ora di strade trafficate arriviamo in un punto dove è stazionato il primo bus e tutto di corsa mi fanno scendere a recuperare le mie valigie e il mio giubbotto. Ripartiamo: dopo ore arriviamo alla frontiera con la Bolivia. Lì non ci sono problemi, a parte il fatto che gli autisti non erano stati in grado di contare esattamente i passeggeri. Si riparte: deserti di sale e montagne, la strada lunghissima non è asfaltata, non arriviamo mai. Alle 21:15, con un’ora e mezza di ritardo, siamo ad Ujuni. Non c’è il terminal ma solo una strada trafficata con tantissimi negozietti pulciosi che sarebbero le biglietterie delle varie compagnie. Come faccio a trovarne una che parta l’indomani mattina per Sucre? Gira gira ne trovo una: Emperador. Parte domani alle 10:00, fa scalo a Potosi, e arriva a Sucre alle, si fa per dire, 17:00. Costa 60 Soles Bolivianos, solo contanti. Come faccio a trovare un cambio? Mi incammino in una specie di centro incasinato e solo dopo vari tentativi trovo uno sgabuzzino dove mi cambiano 100 dollari. Torno di corsa nell’agenzia e compro il biglietto. Ora devo trovare l’hostal che ho prenotato un mese fa proprio vicino a dove partono gli autobus. Ma nessuno mi sa indicare dove sia: chiedo a destra e sinistra, sempre trascinandomi le valigie su strade tutte rotte. Distrutta alla fine mi faccio portare da un taxi per fare gli ultimi 100 metri, che tra l’altro avevo già fatto su e giù due volte. Ujuni è un paesino! E nessuno sapeva dove fosse… Entro in questo hostel e scopro che tutte le camere sono occupate, nonostante la mia prenotazione già pagata. Mi offrono allo stesso prezzo una camera in un hotel a circa 300 metri. Mi ci faccio accompagnare. Riesco almeno a fare una doccia e mangiare un pezzetto di pollo fritto. Vado a dormire distrutta e odiando profondamente Ujuni, felice al pensiero di andarmene la mattina dopo. Del famoso Salar de Ujuni non me ne può fregare di meno! Ah, che bello essermi sfogata!
Ahhh il pollo fritto del cenone della vigilia non lo dimenticherai facilmente.
😁😁🤗🤗😘😘
Esatto!!! 🤣🤣😂😂🍾