Valparaiso e Puerto Montt

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Lascio Santiago in un giorno di festa. Il viaggio in autobus è breve e piacevole, e finalmente arrivo nella prima città sull’oceano Pacifico: Valparaiso. È molto turistica, con più di due milioni e mezzo di abitanti, coloratissima città portuale ma che si estende sulle colline, fatta quindi di lunghe scalinate e di molti “ascensori” che sono piuttosto delle teleferiche costruite dagli italiani. Le case sono una distesa di punti colorati in modo differente. Cerro Alegre e Cerro Conception i due quartieri più turistici, visitatissimi, rumorosi. Valpo, come la chiamano i porteni, cioè i locali, quelli del posto, è stato il primo porto cileno; la Baia di Quinti è stata scoperta nel 1542 e dal ’44 Pedro de Valdavia ha iniziato la costruzione della città. A me a tratti ricorda Genova, con i caruggi, con l’ aria di porto vissuto che ne ha viste di tutti i colori, appunto, e con malinconia canta le proprie storie che si trasformano in poesia. Si sente musica ovunque, e non è solo per i turisti che con aria incantata passeggiano, è parte integrante della città, come l’oceano. Addirittura la sento dal letto della mia stanza con le finestre chiuse, concerti di poesie cantate. Nel 1811 viene dichiarata la libertà del commercio a Valparaiso che diventa una porta aperta sul mondo e quindi gli anni della rivoluzione industriale sono anni di grande splendore e floridezza, viene chiamata il gioiello del Pacifico. Tra il 1912 e il ’31 si costruisce il grande Molo de Abrigo che consolida la vocazione portuaria del Cile. Oggi i ricchi murales, il Palacio de la Armada de Chile, I due cimiteri che sono uno dei “Disitentes” cioè dei non cattolici inglesi, tedeschi, polacchi, italiani, croati, spagnoli che per un motivo o per l’altro sono venuti a vivere e morire qui, e l’altro dei cittadini cattolici che comunque hanno cognomi inglesi, tedeschi, italiani, ecc; tutto questo mi trasporta in un melting pot culturale molto stimolante. C’è anche Casa Esmeralda, un’altra abitazione di Neruda diventata museo (la terza, dove è anche sepolto, si trova a Isla Negra) e molto molto bello è il Palacio Baburizza, diventato Museo di Belle Arti, sul Paseo Yugoslavo, passeggiata, che come il Paseo Atkinson offre degli spettacolari Mirador sulla città. A 15 minuti un autista di autobus decisamente spericolato vi porterà volendo a Vina del Mar, due milioni di abitanti e un turismo moderno, di spiaggia oceanica, grattacieli, centri commerciali, palazzi. Parto anche da qui e arrivo di mattina a Puerto Montt, più di mille km a sud, nella verdissima Patagonia cilena. 225.000 abitanti circa, è il punto di partenza di numerose escursioni tra cui quella al Vulcano Osorno, che si staglia innevato nelle vicinanze. Il clima è normalmente molto piovoso ma io sono fortunata: due giorni di sole splendente mi fanno tralasciare i musei per delle bellissime passeggiate: sul lungo mare fino al paesino di Pillopelluco, al Mercato di pesce e di artigianato di Angelmo’ e soprattutto sulla mitica, non solo per chi ha letto Chatwin, Isola di Chiloe’. Magica e meravigliosa, fa perdere la cognizione del tempo e dello spazio; nella cittadina di Ankud, sembra di essere nel Maine, nella Foresta Nera in Germania, in alcune valli svizzere… L’Oceano qui è così calmo che sembra un lago, inizia la frastagliatissima costa Patagonica cilena, fatta di fiordi, canali, e una moltitudine di arcipelaghi, mia prossima tappa. Una chiacchierata degna di nota è quella con Suor Maria, che mi racconta della beata tedesca che nella seconda metà dell’800 ha fondato a Chiloe’ il suo importante Collegio, per le orfane della Guerra del Pacifico, poi diventato anche per le ragazze Chilote indigene. 

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