Eccomi nella mia prima escursione più o meno turistica.
Con un comodissimo viaggio in autobus con la poltrona Cama executive, che vuol dire che si sta quasi sdraiati, ho percorso i 1278 km che separano Puerto Iguazú da Buenos Aires, in quasi 20 ore.
Può sembrare un’assurdità a chi non ha la fortuna che ho io, di avere tanto tempo a disposizione, eppure posso assicurare che è stata una bella esperienza.
Finalmente ad Iguazú mi sono dedicata a fare la turista un paio di giorni e queste sono le mie impressioni.
Si tratta di un sito unico al mondo: al confine tra tre nazioni, Argentina, Brasile e Paraguay, si incontrano due enormi corsi d’acqua, il Rio Iguazú e il Rio Parana, e da questo incontro nasce un ecosistema straordinario, nonché le Cascate più grandi del mondo! Sono più di 275!
Si tratta di un’enorme attrazione turistica per la povera regione di Misiónes. Il paese di Puerto Iguazú conta poco più di 30000 abitanti che vivono esclusivamente di questo. Infatti è impossibile non rimanere colpiti dal grande contrasto tra gli hotel di lusso e le semplici e caratteristiche abitazioni dei locali, che infatti si chiamano cabanas, immerse nella vegetazione. Le bancherelle e i negozi di souvenir si sprecano. Avrei potuto andare a visitare la casa fatta di bottiglie, o bermi un drink nel bar de hielo, oppure fare un giro nell’orquideria dell’indio solitario, ma sinceramente queste cose non mi attraggono.
Invece assolutamente d’obbligo una giornata intera nell’immenso Parco Nazionale. La prima tappa è la Garganta del Diablo, il cui nome fa pensare subito al fatto che il diavolo deve avere una gola gigantesca. Di seguito ci sono almeno altri due percorsi da fare, accessibili a tutti, il Paseo Superior e quello Inferior. Sono tutte passeggiate di un paio di km, strabilianti non solo per le innumerevoli Cascate, ma anche perché si cammina in mezzo ad una Flora ed una fauna di straordinaria varietà e unicità. Più di 500 specie di mariposas, per non parlare della varietà ornitologica, di insetti e ovviamente di animali acquatici, tra cui lo yacare’ oreco, un tipo di coccodrillo. La vegetazione è esuberante e si divide in strati: le grandi piante come il cupai, unico al mondo, e le piante del sottobosco.
La presenza umana nella regione risale a 10000 anni fa, la cosiddetta cultura eldoradese. In seguito, varie tribù di Guaranaies abitavano la zona quando nel 1542 lo spagnolo Alvar Nunez Cabeza de Vaca (sic!) la scoprì battezzandola Salto di Santa Maria.
Nel 1608 arrivarono i Gesuiti che formarono appunto Missioni per evangelizzare i 10000 abitanti. Nel 1767 la corona spagnola decide di espellere i Gesuiti e le popolazioni locali vengono abbandonate al loro destino. Verso il 1850 arrivarono i primi Coloni da Germania, Polonia, Italia, Giappone e Spagna e si fusero con gli indios.
Ho cercato di essere più sintetica possibile per descrivere questo paradiso, ma avrei ancora tanto da raccontare.
Chi vuole può andare sul sito Il viaggio di Gio che aggiorno quotidianamente.
Ciao Mariella! Nelle foto ci sono la Garganta del Diablo, una del Paseo superior e una dell’inferior. Poi ho aggiunto una specie di tapiro
A presto e mandami il pezzo quando esce. Grazie e ciao!
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Inviato da Libero Mail per Android
Carissima,finalmente ti stai rilassando.Le lunghe passeggiate non ti sgomentano,abituata ai lunghi percorsi.Quando tornerai a Vulcano ,portami un piccolo ricordo.(Non spendere molto).Portami qualche piantina esotica (seme, tubero…che non ti sia di peso).Ti abbraccio e ti auguro un felice ritorno.
Lo farò senz’altro Maria Pia! E grazie per i tuoi commenti!