Una sensazione straordinaria. La feria di San Telmo, mi sembra di essere qui da sempre. Non mi sento né turista né del posto. Mi sento semplicemente libera.
Sto conoscendo persone eccezionali, accoglienti. Non so… sarà la lingua, sarà che si percepiscono le origini comuni di questo popolo.
Una voglia di condivisione pazzesca, da brividi. Una grande voglia di raccontare, ma anche di godermi queste cose da sola.
Ci sono due sorelle che si sono presentate ieri. Molto timide: una ha vissuto tantissimi anni a Firenze, per seguire il fratello cantante lirico. Lavorava in una università americana. Poi ha perso il fratello e il lavoro. A malincuore è tornata in Argentina. L’altra sorella, ancora più timida, è venuta in Italia solo perché il fratello morente glielo ha chiesto. Quindi la seconda è insicura nel parlare l’italiano, l’altra, ne ha proprio voglia. Abbiamo chiacchierato tutta la sera. Anche gli altri mi hanno fatto stare benissimo. Nelle foto sono venuta radiosa.
Il senso del dovere, delle responsabilità, la paura di non essere all’altezza, il senso di colpa, il complesso di inferiorità, sono un vero disastro. Per una donna come me di cinquanta anni e nelle mie condizioni (detto così lo so è brutto, ma intendo con la mia educazione, il mio retroterra culturale, ecc.) potere desiderare e realizzare una cosa del genere è fuori da ogni più meravigliosa aspettativa.
Le donne che stanno peggio, ma anche le donne che stanno meglio, un progetto del genere non riescono neanche ad immaginarselo.
È così facile e consolatorio pensare che non si può uscire da una condizione che ci sembra imposta da forze maggiori.